
La nostra economia non può più accontentarsi di risultati fragili e dei «cresciamo poco ma cresciamo» diventato il mantra dei
governi di centrosinistra negli ultimi anni. Quel poco di ripresa che abbiamo è soprattutto conseguenza di fattori esterni, di una economia mondiale che è ripartita e di una
Europa che al momento vive una fase di espansione economica. Di fronte a una situazione del genere che fa l’ex premier Renzi?
In pieno clima da campagna elettorale,
Matteo Renzi continua a programmare di chiedere a Bruxelles più
deficit e debito, senza curarsi del fatto che tutto questo peserà sulle prossime generazioni di italiani, ma barattando tranquillamente il nostro futuro in cambio di un altro giro di
spesa pubblica travestita da “flessibilità”. Quella flessibilità concessa già ripetutamente dalla Ue e che Renzi ha sprecato con le sue mance elettorali.
La verità è che il governo Renzi ha sbagliato tutto in economia, peggiorando la nostra situazione finanziaria a livello internazionale. Le
politiche economiche della sinistra sono sbagliate, non funzionano, e chi le appoggia dovrebbe farsi un esame di coscienza:
l’Italia deve tornare ad essere uno dei motori economici dell’Europa, non andare al traino dell’Europa.
Noi di
Energie per l’Italia vogliamo risolvere i veri nodi che bloccano il rilancio del Paese e chiediamo a tutte le parti sociali e in particolare alle
rappresentanze del mondo dell’impresa di lavorare ad un progetto di sviluppo che non sia più fondato sulla spesa pubblica ma sul mercato, sugli investitori privati, sulle aziende grandi e sulle microaziende, su una presenza meno invasiva e opprimente dello Stato nella vita delle famiglie e delle persone.
La nostra idea è semplice:
meno Stato, più società. Uno stato meno costoso e più efficiente, un fisco più semplice, meno burocrazia. Non vi sembra una proposta più sostenibile delle politiche “tassa e spendi” di Renzi & Co.?